Avvocato divorzio e separazione a Roma

Quando non si riescono più gestire i rapporti con il proprio marito o moglie è bene rivolgersi ad un buon Avvocato meglio se è un avvocato esperto in divorzio”.

Si può certamente affermare che la formazione di una propria famiglia rappresenti una delle tappe più importanti della vita di ciascun individuo. Eppure, nella comune esperienza, questo  progetto viene spesso messo in crisi dalle vicissitudini quotidiane.

Di solito, quando ci si trova di fronte alla constatazione del fallimento della propria unione, e  magari con sorpresa e sgomento, non si può far altro che prendere atto del radicale cambiamento che si dovrà affrontare, la prima reazione è di solito connotata da decisioni affrettate ed  impulsive. Quasi mai si riesce ad affrontare la questione con la necessaria razionalità e freddezza.

Per questo motivo è importantissimo rivolgersi subito ad un buon avvocato: soltanto un professionista con esperienza specifica nel ramo potrà valutare rapidamente e razionalmente la situazione e – senza sottovalutare mai le ricadute che queste vicende giudiziarie finiscono per avere sul piano esistenziale dei soggetti coinvolti – approntare fin dall’ inizio gli strumenti di volta in volta più adeguati.

SEPARAZIONE e DIVORZIO qual’è la differenza

La separazione nel nostro ordinamento è la formalizzazione della cessazione di alcuni doveri tra coniugi e che sono tipici del matrimonio (es. dovere di convivenza o reciproca fedeltà), se non diversamente stabilito tra i coniugi, ne restano comunque altri (es. dovere di educazione di eventuali figli e mantenimento del coniuge svantaggiato).

Ricordiamo però che la separazione è uno stato di fatto e la legge non lo regola compiutamente; ad ogni modo se i coniugi scelgono di far cessare il rapporto di coniugio senza chiedere formalmente la separazione alla Autorità Giudiziaria allora questi saranno in ogni caso inadempienti rispetto ai loro doveri coniugali.

La separazione potrà essere ottenuta mediante un accordo tra i coniugi (separazione consensuale) oppure, laddove questi non riescano a mettersi d’accordo, grazie ad una sentenza dell’Autorità giudiziaria (separazione giudiziale).

Il divorzio invece è lo scioglimento degli effetti civili del matrimonio, con esso viene meno la qualità di coniuge. Il divorzio può essere chiesto soltanto dopo un certo lasso di tempo dalla separazione: 1 anno dalla separazione giudiziale oppure 6 mesi da quella consensuale.

Con il divorzio cessano completamente i doveri reciproci tipici del matrimonio tranne quelli relativi ai figli della coppia o al mantenimento dell’altro coniuge. Dopo il divorzio l’ex coniuge perde anche i diritti ereditari sulle proprietà dell’altro coniuge, eccetto quelli riguardanti eventuale assegno periodico di mantenimento e che andranno valutati caso per caso.

Come ci si separa o si divorzia? Quali sono i passi da compiere?

Il nostro ordinamento prevede oggi vari modi per separarsi ed in seguito, divorziare:

1) Rivolgendosi a MUNICIPIO del proprio Comune di residenza – senza l’ausilio di avvocati – Questa procedura però non è esperibile se ci sono figli minorenni, civilmente incapaci o gravemente handicappati o comunque non economicamente indipendenti. Non può prevedere trasferimenti patrimoniali,

2) Tramite una procedura di NEGOZIAZIONE ASSISTITA mediante l’assistenza di un avvocato per parte,

3) Con un RICORSO CONGIUNTO o comunque CONSENSUALE da presentarsi davanti al Giudice del TRIBUNALE competente per TERRITORIO (ovvero quello dell’ultimo luogo di residenza comune dei coniugi),

4) Con un RICORSO diretto ad una dichiarazione Giudiziale di separazione. Questa procedura è necessaria quando tra i coniugi non vi è accordo circa l’eventualità della separazione o del divorzio, oppure circa le condizioni di questi ultimi. Sarà bene ricordare che nell’ ordinamento italiano il matrimonio è principalmente un Atto Pubblico (non ha una base contrattuale) e quindi – contrariamente a quanto accade nei film americani – il divorzio non deve venir «concesso» dalla controparte, l’unione si può sempre sciogliere, anche senza il consenso della controparte.

Su quali aspetti è necessario trovare un ACCORDO quando ci si separa o si divorzia?

Quando si raggiunge un accordo di separazione oppure in caso di separazione giudiziale, si dovrà necessariamente stabilire dettagliatamente le condizioni che regolano:

–  Entità dell’eventuale assegno di mantenimento di un coniuge verso l’altro,

– Entità dell’eventuale assegno di mantenimento di uno o entrambi i coniugi verso i figli minorenni o comunque non economicamente autosufficienti,

– Il collocamento dei figli in maniera prevalente presso uno dei coniugi oppure in maniera paritaria; in ogni caso il calendario delle visite di uno dei coniugi presso i figli, con espressa indicazione dei giorni della settimana e delle festività, improntando le scelte a criteri di alternanza.

– La ripartizione tra i coniugi delle SPESE STRAORDINARIE necessarie ai figli; normalmente l’individuazione di tali spese è rimessa a tabelle o protocolli elaborati dai singoli Tribunali al fine di evitare contenziosi e/o successivi problemi interpretativi.

–  L’eventuale assegnazione della ex casa coniugale.

–  Ogni accordo economico che preveda il trasferimento di denaro, beni mobili od immobili, anche in caso di dazioni una tantum.

Le CONDIZIONI di divorzio o di separazione sono immutabili?
Possono cambiare?

Le condizioni di separazione possono sempre variare al mutare della situazione di fatto.

Se intervengono cambiamenti nella vita di uno od entrambi i coniugi tali da non poter più tener fede agli accordi presi bonariamente o stabiliti in una sentenza (si pensi alla perdita della propria occupazione, ad una grave malattia, ad un trasferimento inatteso, ecc.) e tali cambiamenti non sono riconducibili al mero capriccio, si può sempre ricorrere alla MODIFICA delle CONDIZIONI di separazione o divorzio. Ancora una volta, tali modifiche possono essere concordate bonariamente tra i coniugi oppure ottenute mediante una pronuncia Giudiziale che modifica le «regole» da seguire d’ora innanzi.

Non possono essere poste a base di revisione delle condizioni di separazione o divorzio in una pronuncia Giudiziale tutte quelle circostanze che non siano «sopravvenute» ma che  semplicemente non siano state «allegate» (fatte valere in giudizio) dalle parti, che non siano state efficacemente provate, che non siano state ritenute rilevanti dal giudice.

Al raggiungimento della MAGGIORE ETA’ dei figli le condizioni di divorzio cambiano?

Con la maggiore età i figli non perdono automaticamente il diritto all’assegno di mantenimento essendo necessario, a questo fine, che essi divengano economicamente autosufficienti.

L’obbligo per i genitori insomma, permane nonostante la maggiore età dei figli se c’è la dimostrazione che il figlio maggiorenne sta seguendo un percorso di studi o che non può procurarsi un reddito. I figli maggiorenni perdono invece il diritto al mantenimento se non lavorano per scelta, se non riescono a dimostrare di aver fatto tutto quel che potevano per trovare un lavoro.

Come si decide QUALI SONO le SPESE STRAORDINARIE?

La ripartizione delle spese straordinarie tra gli ex-coniugi costituisce certamente uno dei campi nei quali il contenzioso relativo alla materia divorzile registra uno dei suoi picchi più alti. E’ infatti particolarmente difficile capire quali delle spese documentate da uno dei coniugi e delle quali si vorrebbe il rimborso siano  effettivamente «necessarie», quali tra queste siano comprese nell’assegno di mantenimento, quali siano quelle che avrebbero richiesto il preventivo accordo tra i genitori ecc.

Proprio per ovviare a questa situazione che avrebbe potuto presto divenire insostenibile per i Tribunali Civili, questi ultimi hanno emanato appositi PROTOCOLLI operativi d’intesa con i rappresentanti degli Ordini degli Avvocati per individuare con certezza la natura delle spese straordinarie che si affiancano di volta in volta al mantenimento dei figli.

Evidente la funzione di certezza del diritto svolta da questo genere di protocollo; in tal modo si pone fine a qualunque arbitrio o troppo grande disparità nelle valutazioni effettuate dal singolo magistrato, fondando finalmente una uniformità di giudizio i cui tutte le parti non potranno che giovarsi.

Come ci si regola in caso di REDDITI in NERO di uno dei coniugi?

Da quanto sopra accennato risulta facile intuire come la situazione si complichi ulteriormente quando ci si trova di fronte a redditi non dichiarati al Giudice da parte di uno o entrambi i coniugi: se infatti essi saranno percepiti dal coniuge «svantaggiato», quello tenuto al mantenimento chiederà a gran voce la riduzione del suo obbligo, se invece sarà quest’ ultimo a percepire redditi non dichiarati allora il coniuge che viene mantenuto reclamerà per se (e spesso per i figli) condizioni ben migliori. Non di rado il coniuge tenuto  al mantenimento giungerà ad affermare l’autosufficienza dell’altro od anche dei figli maggiorenni pur di  essere libero dai suoi obblighi.

Il vero rischio in questi casi è quello di incrudelire la fase probatoria dei redditi di controparte e dei quali si chiede la considerazione del Giudice tanto da costringere quest’ultimo  a disporre accertamenti fiscali  a carico della parte: questo, nella grande maggioranza dei casi, porta inevitabilmente ad un vantaggio assai relativo per la parte istante, ma a fronte di un gran danno economico per l’indagato: proprio questo era ciò che si voleva, seppure a costo di rimetterci nel lungo periodo. Come detto all’inizio di queste pagine, sta al buon professionista sconsigliare e rifiutare strategie processuali ispirate esclusivamente dall’astio della parte che si assiste e che non portano a nulla se non a svantaggi per tutti.

 

Separazione Consensuale COSTO

A puro titolo esemplificativo potremmo dire che un comune ricorso per separazione consensuale, a fronte di un iter che dura di solito meno di un anno costa all’incirca € 1.200. Esistono poi gli istituti per la risoluzione alternativa delle controversie (negoziazione assistita) che consistono in un contratto o convenzione con il quale le parti si impegnano a risolvere bonariamente una controversia con l’assistenza di avvocati.

Separazioni e divorzio, i tempi

Tale modello ha trovato terreno fertile proprio in materia di separazioni e divorzio dove i costi e soprattutto i tempi sono abbattuti: si va infatti da un minimo di un mese ad un massimo di tre mesi, prorogabili su richiesta delle parti, per ulteriori 30 giorni.

Ecco perché comunemente si parla di separazione o divorzio breve, gli effetti di tali accordi si ottengono senza passare dal Tribunale. 

Avvocato di fiducia a ROMA

In materia di Diritto di Famiglia, con la separazione o il divorzio il primo elemento che deve poter instaurare col proprio avvocato è la FIDUCIA; spesso infatti per motivi comprensibilmente riferibili ad emotività o rancore non si è lucidi nell’inquadrare la propria vicenda personale e si tende a dare di quest’ultima una errata definizione giuridica. Sarà compito del proprio avvocato saper agire con avvedutezza, sapendo consigliare le strategie e gli atteggiamenti più corretti e convenienti nel caso concreto.

Lo stesso professionista inoltre, dovrà essere capace di relazionarsi con figure professionali di cui il Giudice dovesse decidere di servirsi all’interno di un procedimento giudiziale (ad. es. servizi sociali, consulenti, psicologi ecc.); questo nella consapevolezza che il progetto famiglia – finanche nel suo momento patologico – dovrà evolvere in una forma diversa ed alternativa che sarà tanto migliore, quanto più si sarà stati capaci di prevedere i problemi in anticipo anziché porvi rimedio in seguito.

Se ti trovi in una situazione particolare in cui hai bisogno di un avvocato a Roma o Rieti specializzato in separazione o divorzio sei nel posto giusto, contatta questo Studio Legale.

Francesca Calonzi Avvocato
Francesca Calonzi
Specializzata in separazioni e divorzi e nella risoluzione delle controversie familiari anche con gli strumenti della negoziazione assistita
Serena Sammarco